Ciao a tutti!
Qualche settimana fa ho avuto il piacere di intervistare Elisa Mocci, una delle top 5 Wedding Planner d’Italia e annoverata tra gli 80 élite Destination Wedding Planner nel mondo, nella sua splendida Sardegna, più precisamente a Punta Baja in Costa Smeralda.
Elisa, raccontaci del tuo percorso di studi, il tuo background e come è nata l’idea di intraprendere questa attività.
Io provengo da una formazione classica, perchè ho fatto il Liceo Classico e il Conservatorio. Ho iniziato fin da piccola a studiare pianoforte e canto lirico che mi ha avvicinato al mondo del teatro. Dopo le superiori decisi di andare a Roma per studiare regia teatrale, naturalmente insieme a tutto questo ho iniziato ad appassionarmi anche alla scenografia avvicinandomi quindi al mondo dell’organizzazione di eventi. Durante un viaggio a Londra agli inizi del 2006 ho scoperto dell’esistenza di questa professione. Quando frequentavo l’Università decisi di partecipare a “Chi vuol essere milionario?” e vinsi 15 mila euro che decisi di investire nella mia attività di wedding planning in Sardegna e insieme aprii anche un blog, scritto sia in italiano che in inglese e ricevetti una grande risposta soprattutto da parte di stranieri, e questo mi portò al destination wedding.
Perché molti sposi stranieri scelgono l’Italia per sposarsi e in particolare la Sardegna? Quali sono gli elementi che ricercano maggiormente?
Sicuramente un elemento che accomuna tutti gli sposi è la ricerca del made in Italy, perché noi nel mondo siamo molto conosciuti per il bello, per l’estetica, soprattutto nelle arti e nella musica. Il matrimonio infatti, se si pensa bene, è estetica, è romanticismo. La Sardegna rientra nelle mete caratterizzate dalla bellezza paesaggistica, ed uno dei motivi per cui gli stranieri la scelgono è perché si trova al centro del Mediterraneo, e quindi si può avere questo setting da Maldive restando però vicino alla Francia, alla Grecia e in questo modo gli stranieri sfruttano l’occasione anche per visitare i dintorni. Mentre gli americani, gli arabi e i russi sono più attratti dalla Costa Smeralda e questa segue totalmente un altro mercato che è quello del lusso.
Quali sono le location più richieste dagli sposi che ti contattano?
Bisogna prima fare una distinzione: c’è la Sardegna nella sua totalità e la Costa Smeralda, con la seconda abbiamo i posti più famosi quali Porto Cervo e Porto Rotondo che sono anche i più glamour, poi abbiamo anche Baja Sardinia e tutto l’arcipelago delle Maddalena, sono posti più naturalistici che però conservano il fascino del wild ma col confort del lusso. Rispetto all’altra Sardegna ci sono molti posti sicuramente meno di lusso ma comunque ricchi di fascino, come i piccoli borghi quali Castelsardo o Alghero e Bosa, fino alle località con le spiagge più belle come Stintino, al nord e Villasimius al sud. Molti stranieri chiedono anche l’interno della Sardegna, ricco di storia con la presenza di scavi archeologici ed è presente anche un flusso turistico incentrato su queste destinazioni fatte di paesaggi ricchi di montagne, di boschi di sughero.
Quanto è importante nel destination wedding planning avere una conoscenza della cultura straniera e delle tradizioni delle coppie che vengono in Italia per il proprio matrimonio?
E’ fondamentale per evitare errori perché ciò che per noi può sembrare una tradizione anche ben augurante, magari dall’altra parte non lo è, e mano a mano che si cresce si impara, ma bisogna avere coscienza di quello che si fa, perché il matrimonio è uno dei momenti sociali più importanti dopo la nascita e la morte, è un momento che riunisce le famiglie. Ci sono dunque delle tradizioni e delle regole, soprattutto se si pensa a certe culture come quella araba, che bisogna conoscere e rispettare; e bisogna analizzare la cultura, studiare. Ma tutto questo non è una cosa che si può fare da soli, l’essere in contatto e in collaborazione con altri wedding planner internazionali, da questo punto di vista è di enorme aiuto. E con gli 80 best wedding planner nel mondo stiamo cercando proprio di creare una rete e creare un team.
Da quali zone del mondo arrivano gli sposi che ti contattano e quali sono le differenze nel lavorare con una coppia straniera e una italiana a livello di richieste?
Le differenze sono tantissime: la Costa Smeralda essendo incentrata più sul mercato del lusso è rivolta più a mercati e clienti medio orientali, indiani e russi, sono culture molto ricche, gli sposi di solito hanno molti ospiti e qui abbiamo lo spazio a disposizione per accoglierli, mentre sul resto della Sardegna si prediligono tipi di matrimonio più piccoli, addirittura alcuni vedono solo gli sposi con qualche coppia di amici e si parla quindi di 60 persone, 100 al massimo e lì i clienti sono principalmente inglesi, irlandesi, qualche norvegese e americani.
Per quanto riguarda le richieste gli italiani sono più completi, quindi anche a livello linguistico è più immediata la comunicazione: ti cercano, è più facile per loro raggiungerti, essere presenti; mentre la classica coppia estera del destination al massimo viene una volta, sceglie la location e poi si lavora via mail. Culturalmente poi cambiano le esigenze: gli italiani pensano molto al cibo, vogliono che ci sia molta attenzione al cibo, richiedono un matrimonio formale, quindi che ci sia una grande attenzione ai parenti e agli ospiti, mentre gli stranieri pensano di più alla musica e anche la wedding cake quindi alla scenografia.
Come vedi il lavoro del wedding planner nei prossimi anni in Italia e in modo particolare l’ambito del destination wedding?
Il lavoro del wedding planner in Italia sta avendo un boom incredibile, soprattutto negli ultimi due anni e nei prossimi due avrà il suo apice come tutti i trend, quindi non sarà facile per tutti noi perchè ci sarà una saturazione e questi significa dispersione. Chi magari prima ti cercava ora ha la cugina, l’amica, il parente e andrà da loro. Ma come tutte le mode, poi si sgonfierà e quindi il mercato si saturerà a breve, però rimarranno i più forti, i più seri. Il destination è sicuramente il settore che più sta crescendo ma è il più difficile perchè bisogna avere un determinato tipo di competenze: conoscere le lingue, le culture, le regole, come muoversi con le ambasciate. Credo comunque che alla lunga la professionalità paghi, così come avere un buon team e credo che la formazione nostra personale, a qualsiasi livello, faccia la differenza e si veda.
A Ottobre terrai un corso a Milano sul Destination Wedding per Komax, cosa ti aspetti da questa giornata e hai altri progetti in cantiere di cui puoi anticiparci qualcosa?
Io sono impegnata nell’ambito della formazione da diversi anni, tra l’altro sono figlia di un formatore professionista, per cui siamo addestrati bene. Mi aspetto di avere davanti una classe di persone motivate, me lo auguro e spero sia così, perché ogni volta che ho davanti un gruppo motivato, è più stimolante. Progetti futuri ne ho tanti, tutti quelli che mi posso inventare: ho in cantiere la pubblicazione di un libro, spero due, uno è legato all’academy, l’altro invece a un progetto personale. Inoltre vogliamo far crescere la nostra Academy, consolidata quest’anno con la special edition e docenti sempre più solidi e internazionali; stiamo lavorando anche per un Academy a Roma di modo che si più comodo partecipare per chi non può raggiungere la Sardegna. A Novembre poi sarò a Orlando per l’Engage Luxury Wedding Business Summit e l’anno prossimo sarò ancora al DWP che sarà a Firenze, quindi stiamo lavorando anche con loro, perché essendo io italiana ci sarà sicuramente qualche referenza o risalto in più.
Ringrazio tantissimo Elisa, per il tempo che mi ha concesso nonostante fosse impegnatissima con gli ultimi preparativi per un matrimonio e per la gentilezza e disponibilità nel rispondere alle domande e all’interessamento nei miei confronti come giovane wedding planner. Per me è stato un grande piacere poterla intervistare e non vedo l’ora di poter assistere al corso di Destination Wedding che terrà a Ottobre e a Milano.
Benedetta